Marialuisa Camporese
1 GENNAIO 1986
Presentazione cartella serigrafie "La Metamorfosi" PADOVA
Studio Graph Edizioni
Tiratura prove di stampa n.10 in numeri romani
Tiratura stampa n.90 in numeri arabi
La partenza e l’arrivo, la nascita e la morte, risultano le sole certezze di cui l’uomo possa disporre, ciò che avviene nell’intervallo tra loro diventa l’inquietudine che spinge l’uomo alla ricerca di un senso, di una motivazione, alla ricerca di se’. Una ricerca che proceda alla misteriosità di un momento indifferenziato, alla fatica di una individuazione fino al fascino del sentirsi essere.
"Come" questo avvenga è la libertà dell’uomo.
Un fascio di luce, il suo calore, incide un ammasso gelido, uniforme, lo sgretola, lo frammenta, lo scioglie.
E’ una vita già data che inizia a vivere. E’ il primo momento che l’artista esprime nell’attuale capitolo di storia dei suoi dipinti.
Il percorso è travagliato, incerto, nuovo; nuova, irruente, curiosa è la forza che traccia alle spalle il proprio cammino, una forza che travolge, sconvolge, trasforma una fissità preesistente, per assumere a sua volta forme sempre diverse.
L’universo, l’individuo, il cosmo, l’uomo, paradossalmente, non prevedono una distanza: l’uno contiene l’altro ed è da esso contenuto. Questa funzione è la proposta delle immagini dell’artista: l’uomo contenuto e contenitore.
L’artista traccia una storia che è la sua storia, racconta le sue inquietudini, il suo movimento di ricerca, l’affanno di un continuo passaggio da momenti di emozione all’elaborazione di essi espressa nella realizzazione di dipinti che ne facciano da specchio.
Staccarsi dalle proprie sensazioni per guardare le proprie sensazioni ritornando ad esse arricchito di un pensiero.
Sovrastare il colle, la spiaggia, l’acqua, l’uomo stesso, significa per l’artista formare con loro una collaborazione, una complicità che dia un senso alla sua esistenza che è anche l’esistenza cosmica.
L’uso, l’impasto la modulazione dei colori valorizzano la generosita’ di uno sguardo che coglie le sfumature dell’ambiente riscattando il banale, il consueto, quello che non si nota perché è nato con noi, e suggella un’alleanza tra se’ e il mondo.
"Chi tende a dirigere lo sguardo sempre verso l’alto, rischia o cerca prima o poi di cadere con l’aiuto della vertigine, perché la vertigine è quella voce interna che attira, che a volte ubriaca di sensazioni, di torpori e di frammenti di vita.
E il torpore della vertigine è parte del vivere, con l’ansia continua di cadere per assaporare il tepore della rinascita".
Cosí l’artista esprime il suo viaggio pittorico, il suo viaggio esistenziale, è la vertigine delle sue emozioni che crea forma alla vita in una incessante metamorfosi.
E’ la rivisitazione delle sue matrici, della sua provenienza in un viaggio infinito che fecondi la terra per la rinascita dell’uomo e della donna. " o dell’essere, giacchè uomo e donna appartengono alla sfera piú universale della dimensione cosmica.