Carlo Munari
2 DICEMBRE 1988
I DIPINTI DI ALBERTO FIORENZATO MAGIA NATURALIS, MILANO
Al di la’ della crosta fisica. Ma al di la’ anche di una fantasia dispiegata come fittizio caprice. Di fronte alla Natura, direi che Alberto Fiorenzato tenta di recuperare la verginita’ dell’animo al fine di decifrarne
l’occulto alfabeto, le tracce di un origine che sprofonda nell’enigma. In tal modo egli trascende la sfera dell’oggettivo e la sfera del soggettivo inclinando verso la magia naturalis.
Artista moderno per cultura e linguaggio, Fiorenzato mi rievoca tuttavia illustri antenati: BLAKE che colloca i suoi angeli decaduti in alvei petrosi celanti le ombre di un sinistro aldila’; un Turner che fra torbide brume, appena riverberate dai superstiti bagliori di un astro moribondo,lascia trasparire l’agghiacciante sembianza di un mostro vomitato dal mare; un JOHN MARTIN che tramuta l’ordine naturale in un paesaggio devastato, prossimo allo sfacelo.
Queste citazioni rischiano di prospettare l’artista come depositario dell’eredita’ romantica solo presso coloro che giacciono prigionieri delle schematizzazioni.
Ma la dinamica dell’io profondo ignora schemi e confini, invade uno spazio che si sottrae alle consuete dimensioni, e’ stimolata da fonti che non recano date.
Ed e’ sulle cadenze di questa dinamica che l’artista perviene alla magia naturalis: similmente,appunto, a quei remoti maestri ma risolutamente differenziandosene per calibratura di immagine, com’essi del resto si differenziavano l’un l’altro, ciascuno instaurando una propria Weltanschauung.
Tale dinamica, in Fiorenzato, informa il dipanarsi di una metamorfosi incessante: i tre Regni smarriscono le individue identita’ per trasformarsi in una sostanza disponibile all’assunzione di impreviste divise formali, strutturali e cromatiche.
Le aspre consistenze del minerale potranno allora sciogliersi nella fluidita’ dell’umore vegetale e, sulla via di occulte aggregazioni, il minerale e il vegetale anche potranno generare connotazioni antropomorfe .
Ciascun dipinto costituisce un "momento" del processo di trasmutazione che anima una Natura scrutata sull’altro lato dello specchio, e’ la cristallizzazione di un evento scoperto per esclusiva intuizione poetica. Percio’ quel dipinto viene concepito dall’artista come campo spaziale in cui trascrivere una vicenda insorta dal rapporto fra interno ed esterno, fra io profondo e realta’ fisica - una vicenda che si articola in una pluralita’ di versioni, talora decantandosi nella levita’dell’elegia, talaltra incupendosi nell’oscuro presagio di un dramma.
L’immagine viene cosi’ tramata mediante valenze simboliche che inglobano percezioni impalpabili e persino sfuggenti: declivi collinari che si infrangono lasciando trapelare stratificazioni suggerite da una geologia fantastica, intrichi d’erbe che affondano in recessi spettrali, cordonature di ghiaccio pronte a
cangiarsi in fasce di fertile umo, e uno scorrere lento di linfe, un addensarsi di secrezioni e cascate di terriccio prorompenti per sanguigna vitalita’, ora fasciati da una pallida luce aurorale ed ora invece affioranti da inquietanti atmosfere notturne.
Puntuali sono i mezzi linguistici approntati verso questi obiettivi : i tracciati segnici che , guizzanti d’energia, vivificano profili o delineano campiture; i complicati assestamenti strutturali che per il solito si affrancano in severa frontalita’ di uno spazio bidimensionale, e i colori, infine, scelti in ragione della loro intrinseca facolta’ evocativa, che per adeguarsi volta a volta alla Stimmung
dell’immagine mutano registro trascorrendo da timbriche, accensioni motivate da una ebbrezza panica a tonalita’ pacate, finanche macerate, in cui si insinuano i sensi di un imminente disfacimento.
Purtroppo in una breve pagina e’ impossibile dar conto della varieta’ di motivi iconografici adottati dall’artista.
Conta rapportarsi quindi a un discorso generale per sottolineare che attraverso il suo sistema formale egli rappresenta il mondo come palcoscenico dell’enigma. Enigma dalle molte facce gaudioso o terribile o luttuoso - eppure sempre fitto di seduzioni, sempre affascinante e coinvolgente se il messaggio che
dalle immagini discende rimane, alla fine, innervato d’amore.
Perche’ nelle sue immersioni nel nucleo piu’ criptico di un evento - la’ dove l’organico e l’inorganico confondendosi alludono alla riconciliazione degli opposti e dunque a un superamento dei contrasti in obbedienza a un principio di superiore armonia - l’artista sembra ritrovare la speranza in un migliore destino : della Natura e dell’uomo